Settembre con le sue foglie che stanno per cadere ed il caldo che sta per salutare.
Settembre che mi ha detto di andare.
E io chi sono per non dar retta ad un mese così bello?
Così ho preso e ho infilato tutto nello zaino: le paure quelle in fondo, che un po’ di zavorra per tenere i piedi in terra e dentro le cose reali del mondo ci vuole e vanno bene anche loro.
Poi sopra ho messo le aspettative con quella loro ambivalenza, frustranti ed esaltanti in un colpo solo. Le porto con me e le coltivo sì, del resto esiste una persona degna di questo nome che riesca a farne davvero senza?
Sopra le aspettative ci sono gli obbiettivi che ho mescolato con i sogni, nello stesso sacchetto per i surgelati dell’Ikea, perché non voglio rischiare che gocciolino via.
I sorrisi e gli odori dei miei figli ce li ho in testa e nel cuore, nello zaino resta un po’ di spazio per la strumentazione base: un caricabatterie, una moleskine e una penna, qualche plettro e un set di corde di metallo per chitarra acustica.
Non mi pare di aver dimenticato niente.
Non mi pare mi serva altro.
Si va?
Sì.