Dove sono finito?
Mi cerco e non mi ritrovo. Mi sono smarrito, ovviamente dove non so.
Cerco in ogni angolo della casa, casomai avessi lasciato un messaggio per me. Avessi lasciato delle tracce, magari. E invece non mi trovo più, da nessuna parte. Mi cerco nella tasca dei jeans, quelli nuovi ma già con il buco all'altezza della fibbia della cintura marrone. Mi cerco nella credenza della casa nuova, nel silenzio del quartiere, lungo il marciapiede invaso dall'acqua, dalla bomba d'acqua per la precisione.
Bomba d'acqua, che espressione del cazzo.
Mi cerco tra i sacchetti della Coop pieni di fumetti della Bonelli, tra Magico Vento e La Storia del West (serie completa), parcheggiati a tempo indeterminato in un angolo della stanza dei ragazzi, in un trasloco dell'anima faticoso che mi ha smarrito, infine.
Guardo tra gli ultimi numeri di Internazionale ma non ci sono foto di me, nemmeno un trafiletto che reciti: Smarrito Simone Martelli, l'ultima volta è stato visto tra l'ufficio e la casa vagare con sguardo vacuo puntato sulla punta dei propri piedi. Per info e segnalazioni contattare Simone Martelli.
Guardo nel frigo, hai visto mai? Magari dietro a quel sacchetto di limoni che oramai si intrattengono in conversazioni di alta speculazione filosofica. Guardo nel cortile dietro casa, giù da basso, dove il vicino punkabbestia fa cacare regolarmente i suoi due cani e poi ogni tanto pulisce. Ogni tanto.
Guardo in fondo allo scarico del water ché gli artisti di merda si sa, presi dalla confusione, potrebbero scambiare per la porta d'uscita. Niente, nemmeno qui.
Dove sono finito?
Mi giro in camera da letto, e guardo lo specchio: mi vedo smagrito, la barba lunghissima e quasi completamente bianca sul lato sinistro della faccia: ciao, Simone! Mi saluto, che brutta cera che ho.