Appoggiato

Piscio con la testa appoggiata al muro sopra l'orinatoio, i rumori del ristorante, fuori dalla porta accostata del bagno.
Quanto tempo può passare in uno stato di grazia? Non ne ho idea.

Nonostante tutti i miei pensieri siano disposti ordinatamente in fila, ed ogni mancanza sia sempre al suo posto, mi sento bene come non accadeva da un sacco di tempo, da veramente tanto tanto tempo.
Ho bevuto un po' di vino, ma nemmeno tanto. Ho mangiato, ma nemmeno tanto. Oramai non mangio e non bevo più come prima. Mi basta molto meno.
Come dice Duccio quando mi vede, "sembra tu abbia qualcosa che ti consuma di dentro. Mi dispiace!" sgranando gli occhi e guardandomi tra lo stupito e lo spaesato. Grande Duccio.

Sono qui con la fronte appoggiata al muro e piscio e penso ad una bella giornata di sole: penso che mi ci vorrebbe una bella giornata di sole passata a godere di nulla. Mi ci vorrebbe un viaggio da solo, anche breve, conoscere qualcuno, lasciarmi stupire dal mondo. Lasciarmi stupire da qualcosa di bello, o di buono o di buffo.

A malincuore finisco e mi stacco da lì. Mi lavo le mani e mi guardo nel pezzo di specchio rimasto attaccato sopra il lavandino.
E te chi cazzo sei? È il primo pensiero. Barba lunghissima, peli lunghi e bianchi. Occhi color marrone slavato, verde marcio.
Occhiaie ben definite, sguardo acceso.
Mi asciugo le mani e continuo a guardarmi negli occhi, a riconoscermi e ci metto un po'.
Andiamo fuori, ti va? Facciamo due passi sotto il sole.