Inizio autunno, parco naturalistico tra le montagne pistoiese e pratese, freddo pungente ma il sole ancora scalda un po', almeno sull'ora di pranzo. Ed è per un pranzo che mi ritrovo a camminare in un bosco di castagni verso un rifugio dove mangerò, praticamente imboscato.
E una volta tanto non vi parlerò della buonissima cucina ma di qualcosa che mi è sfuggito sul momento, di una sensazione che ho avvertito ma che non sono riuscito a definire subito.
Tante coppie sposate, alcuni single e molti bambini. Con l'imbucato di turno, io, tutti affabili, cordiali ma questa non è la mia storia.
E' la loro. Li vedo ridere e scherzare mentre uno controlla i figli e l'altra ciarla con la vicina di posto. Si distinguono a occhio nudo chi di loro faceva parte dello stesso gruppo da ragazzi e chi è la consorte, o l'accompagnatore. Li osservo e ora capisco che quel che non avevo notato e mi ha colpito comunque: il loro legame, oltre il tempo che ha fatto prendere loro strade diverse, i loro lavori, le loro belle famiglie. Mi sembra quasi di poterli vedere ragazzi, quando uscivano insieme e si divertivano ed imparavano a crescere.
Queste banalità non riescono a descrivere se non minimamente quello che ho sentito.
E' stato bello perché era come essere lì in due tempi lontani e sovrapposti.