La Piana è sempre infuocata.
Ieri il caldo ha dato un po' di tregua ma qui si suda. E si suda tanto.
La fatica di restare concentrati su quello che si sta facendo si fa sentire di più e più forte: i problemi che cerco di risolvere diventano sempre più grandi.
Poi per un istinto sopito ma probabilmente ancora non domo alzo la testa, ed è un po' come tirarsi momentaneamente fuori dalla merda in cui sono avvezzo a vivere.
E mi rendo conto che davanti a me c'è altro e che posso scartare questo tran tran quotidiano, almeno un po', almeno adesso.
Ed allora lo faccio.
Lo faccio.
E cado, perché mica sono più abituato a saltare, a rotolare, a ridere e prendere aria dalla bocca aperta: felice di un po' di libertà sulla faccia, come aria fresca che mi sfiora e passa via, portandosi dietro un po' della mia tristezza, un po' della mia stanchezza.
E allora mi rialzo e mi guardo intorno con un espressione dipinta sul viso di stupidità.
La mia.
Curioso, giro su me stesso e vedo lo stesso mondo di prima ma è anche diverso. No.
Sono io che sono diverso.
Ma sempre solo.
Io non voglio stare più da solo.