Non sono ancora le sette e dalla finestra entra già luce.
Mi giro di fianco e mi godo il tepore del piumone e il cuscino morbido.
Mi sono addormentato troppo tardi per uscire e andare a correre, farei tardi al lavoro. Faccio smorfie nella penombra.
Guardo un punto sul soffitto e mi viene in mente un viaggio da poter fare e subito dopo mi stranisco: da quanto tempo non desidero qualcosa per me, qualcosa che non sia di prima necessità, di sopravvivenza ma di puro godimento, di arricchimento fine a se stesso?
Da quanto tempo ho smesso di ambire a qualcosa per me che mi facesse stare bene e basta e ho iniziato a rinunciare?
Non me lo voglio ricordare, è un punto talmente indietro nel tempo da aprire tutta una voragine di considerazioni sul passato e sulle scelte fatte, e poi quel che è stato, è andato. Non si sposta più nulla, né il bene, né il male.
Faccio un respiro profondo e guardo verso la finestra dove la luce ormai è quella del mattino.
Mi sono svegliato da un sonno lunghissimo e anche questo cielo grigio oggi è davvero luminoso.