Ok lo ammetto, stravedo per la Daria che scrive sul suo blog:
"Tutto quel che c’era da dire sul Gay Pride di sabato scorso l’ha già scritto Michele Serra. Per chi non avesse letto Repubblica di venerdì, Serra scriveva: «Ci andrei perché, da cittadino italiano, riconosco nei diritti degli omosessuali il mio stesso isolamento politico... Ci andrei perché sono preoccupato e oramai quasi angosciato dalle esitazioni, dalla pavidità, dalla confusione che paralizzano, quasi al completo, la classe dirigente della mia parte politica, la sinistra. Una parte politica incapace di fare proprio, senza se e senza ma, il più fondante, basilare e persino elementare dei principi repubblicani: quello dell’uguaglianza dei diritti. L’uguaglianza degli esseri umani indipendentemente dalle differenze di fede, di credo politico, di orientamento sessuale... Chi si sente minacciato dall’omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è persino qualcosa di più del concetto di laicità».
Come poi si è visto sabato, a pensarla come Serra devono essere in tanti, se alcune centinaia di migliaia, un milione o mezzo milione non ha importanza, erano in piazza San Giovanni a Roma.
Io, se fossi Fassino, Prodi o D’Alema, più che delle intercettazioni di Ricucci in cui la stampa inzuppa il suo biscotto oggi, sarei preoccupato soprattutto di questo nuovo soggetto politico: quello dei delusi. Quello degli (ex?) elettori di sinistra che non sono più disposti a regalare un voto sulla fiducia. Gay, etero o trans che siano.
Se il centrodestra oggi fosse furbo, dovrebbe solo andare in letargo e aspettare di veder passare il cadavere del nemico. Invece Savino Pezzotta, che nel Family Day ha trovato nuova linfa e giovinezza, le spara grosse: «Il Gay Pride ha svelato il vero obiettivo: le nozze gay. I Dico erano solo una copertura, quindi abbiamo fatto bene a difendere la famiglia fondata sul matrimonio naturale...». Seee, boom, cala Trinchetto. «Baciarsi e denudarsi nella piazza della cattedrale di Roma è un modo esibizionista che fa molto male ai gay...». Non ci credo. Ancora? Nel 2007 ancora ci tocca parlare di questo? Del topless dei trans, del carnevale, delle parrucche? Ma chi se ne strafrega di chi mette la lingua in bocca a chi. Volete dire che se non si baciavano e denudavano passavano i Dico?
Se anche uno per motivi suoi non potesse vedere i gay (ci sono anche i gay stronzi, sapete? Anzi, sono parecchi. Almeno quanto gli eterosessuali stronzi. E se ce ne fossero anche un po’ di più, non mi stupirei. Non è che si diventa più buoni e bravi se da quando vai alle elementari ti sfottono e ti dicono che sei «contronatura»), di questi tempi sarebbe obbligato a stare dalla parte di chi vede calpestati dei diritti elementari.
«Prodi, dove sei? Oggi Roma è tutta gay» sabato è stato lo slogan più educato; «Prodi, dove sei? Ora siamo tutti gay» dovrebbe diventare il tormentone di tutta la sinistra che si è stancata di aspettare.
In mutande, con rispetto parlando, ora ci stanno quelli che sono al governo, mica i trans."
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