Io non mi sono mai sentito vicino a Vasco Rossi. E non so bene perché. Di fatto il genere musicale che predilige e che fa da 40 anni è quello che piace a me, insomma credo si possa dire che condividiamo la stessa passione per il rock. E poi, e poi è sempre stato uno contro, come ogni buon rocker. Un grande scrittore di canzoni, anzi un signor scrittore di canzoni. Però a volte, nonostante ci siano tutte le premesse, l'amore non scocca, no? E così mi son limitato negli anni a sorridere alle battute felici di Vasco, ad ascoltare le canzoni che mi piacevano (poche, alla fine). E basta.
Poi quando ci fu il concerto in tributo di De André ascoltai Amico Fragile cantata da Vasco Rossi. E la distanza fra me e Vasco, s'è ridotta a zero.
Tentativo di spiegazione di cosa rappresenti per me Amico Fragile
E' un testo auto-biografico e allo stesso tempo è un testo che parla di me. Ubriaco, solo, rancoroso verso me e verso gli altri, inappropriato nei confronti del mondo ma con la chitarra sulle gambe e corde sotto le dita.
Ogni ascolto di Amico fragile mi riporta quella notte con l'alcol in corpo, a sbirciare spalla a spalla la creazione di questa canzone così personale di Faber, così mia. Sono lì, con Fabrizio a smadonnare e riprovare e scrivere d'un fiato la disfatta di una sera, o dell'ennesima conferma che spesso si vive ad una velocità differente rispetto a molti che ci circondano.
Da quel primo ascolto della versione di Vasco Rossi, beh adesso so che in quella rimessa, di notte, gonfio di alcol, incazzato con sé stesso ed il mondo ci si deve essere ritrovato anche lui...