Ho visto I più grandi di tutti e m'è garbato, tanto

Poster del film "I più grandi di tutti" con Claudia Pandolfi, Marco Cocci per la regia di Carlo VirzìMi ricordo che era aprile e stavo finendo il servizio civile alla Caritas quando fui chiamato da una vecchia conoscenza a suonare in un gruppo che si sarebbe poi chiamato Tea Time Fellows (sì sì, proprio in quel senso). Provavamo in una ex cabina elettrica dell'Enel di proprietà, se non ricordo male, di un batterista di un altro gruppo, molto forte che provava lì dentro. E devo dire che furono molto ospitali, potevamo usare la loro attrezzatura ed io latravo dentro al microfono del loro cantante che era già da un po' di tempo un signor cantante che stava diventando anche un attore.
Ecco sono andato al cinema a vedere quel cantante e attore (in gamba) che recita me, un cane che canta.

"I più grandi di tutti" è un film veramente molto gradevole con un gruppo di attori validissimi e una Claudia Pandolfi strepitosa che racconta la storia di un gruppetto rock senza alcuna pretesa che viene "riesumato" da un giovane giornalista che li considera i più grandi di tutti, appunto. Oltre alla Pandolfi, ripeto strepitosa e credibilissima nei panni della bassista del gruppo, tutti i membri del cast sono perfetti. Il film si snoda leggero fino ad una svolta amara, notevole e anche un po' ruffiana. Mi hanno fatto piangere come una vite tagliata... Dovete vederlo, e basta.

UPDATE
No insomma bisogna che vi dica perché mi ha fatto piangere, almeno ci devo provare.

Il film parla di tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno provato a suonare, che ci hanno creduto, anche solo in fondo al loro cuore, facendo finta di divertirsi e di farlo per puro cazzeggio. E invece no, talentuosi o meno tutta quella gente ci ha provato, e ci ha creduto. Poi è venuto il momento del disincanto, della maturità direbbe qualcuno, io dico dell'omologazione, di qualunque omologazione. E quel sogno, anche nascosto a loro stessi, lo hanno messo via, in una scatola con su scritto il nome del gruppetto.
E invece.
E invece la musica ha una magia dentro, anche nel più sperduto e disperato dei luoghi, o anche solo in uno di quei luoghi fuori mano dal giro che conta. La musica per chi ci ha anche solo provato, a frequentarla, è una magia inestinguibile, è tornare a casa, ad una casa che si è cercato di disconoscere, di dimenticare ma che è sempre lì, pronta ad accoglierci nuovamente, come se il tempo trascorso lontano da lei non fosse mai passato. Potente più del sesso, intensa come l'amore per i propri figli, e calda come l'amicizia sincera.