E venne maggio

E venne maggio

Il caso vuole che stanotte piccola mia tu sia qui da me a dormire. Ed io ti guardo mentre dormi serena e ti vedo crescere a vista d'occhio e vivere la tua vita in questo mondo sghembo.
Stanotte non è una notte come le altre, è una delle notti preferite del tuo babbo.
E allora mi metto qui seduto per terra, con la schiena appoggiata al tuo letto e la testa all'indietro, vicino a te ma senza dare fastidio.

Valpurga è un nome proprio brutto in italiano, proprio non mi piace. Non mi è mai piaciuto nemmeno nei racconti di Lovecraft ma non ha molta importanza.
Andiamo ancora prima delle riunioni delle streghe in questa notte.
Seguiamole queste donne dei villaggi che si trovano in questa notte tutte insieme, non tutte le donne ma quelle che tramandano una conoscenza, una coscienza di sé.

Non ti devi far impressionare quando qualcuno proverà ad offenderti in qualsiasi modo ritenga necessario, vai avanti per la tua strada ed usa la tua testa.

Ma andiamo indietro ancora, ad altre donne, in questa notte così potente: Baccanti le hanno chiamate, una minaccia così potente per l'uomo e le sue false sicurezze, per la società costituita.

Eccomi ai margini del bosco, fuori dalla radura, al riparo dai loro sguardi, non visto: la voglia di capire, la voglia di conoscere questo mondo che mi attrae ma che sfugge ogni mia comprensione mi tiene lì, nonostante me la stia facendo sotto dalla paura.

Sorrido nel buio della tua cameretta, tra i tuoi peluche ed i libri di fiabe delle principesse. E chiudo gli occhi e penso a quando sarai cresciuta e magari vorrai provare a spiegare a questo tuo padre oramai vecchio qualcosa della magia di voi donne.

Verdun, sei nata di maggio e non sarà mica un caso.