La notte non produce alcun rumore, nemmeno il vento, eppure sta soffiando perché sento arrivare un treno che scende dalla valle, e va a fermarsi oltre la stazione centrale.
È un vecchio convoglio di legno, dove piattaforme si alternano a vagoni chiusi.
Tendoni e pezzi di strutture spuntano da sotto incerate bianche e rosso sbiadito, sporche e vecchie.
Un organetto suonato dall'aria fredda che soffia da nord sembra emettere una melodia casuale, eppure un tema strampalato e dissonante si ripete regolare, suona dai campi tra il fiume e la ferrovia.
Una grossa luna bianca sovrasta la Piana e proietta le ombre di ogni cosa fino al buio dei lampioni o delle rassicuranti luci della città.
Il vento scompare e in un silenzio assoluto il treno viene aperto e le cose vengono scaricate.
Un uomo nero molto alto e dalle braccia e gambe parecchio lunghe inizia a srotolare un telo attaccato ad una alta cesta di vimini scura e segnata da anni e anni d'intemperie.
Alza improvvisamente le lunghe braccia verso il cielo si gonfia un pallone e una mongolfiera inizia pigramente a salire, trascinandosi dietro funi che a loro volta issano pali.
Un tendone rosso che sembra arancione sangue sotto tutta quella luce pallida viene tirato su dal nulla, mentre la mongolfiera sale più in alto e va verso sud, oltre le colline scompare senza un suono.
Nessuna cassa sbattuta fa rumore, non si sente nessun cardine cigolante.
Le giostre vengono montate, e ce ne sono di pregevoli e spaventose come il Labirinto di Specchi, "dove vi perderete negli infiniti voi, di ogni epoca, di ogni dove, e di qualsiasi altrove" recita il cartello dipinto di fresco con vernice rosso acceso.
Accanto c'è l'attrazione dell'Uomo Elettrico, sembra vero nonostante sia sicuramente il pupazzo di un vecchio tremante, completamente bendato e con i piedi immersi in una strana acqua verdognola, con la bocca tappata e le mani ed i piedi legati ad una vecchia sedia elettrica.
La Donna Magica ha un sorriso smagliante e gli occhi spalancati ma sembrano pieni di terrore mentre le sue mani sono come incollate ad un globo di vetro, piazzato davanti al suo seno, "perché ogni domanda abbia la sua risposta, niente più silenzi, niente più segreti, più nessuna pietosa bugia".
L'alto uomo nero, con le braccia e le gambe smodatamente lunghe, cammina sicuro tra le sue attrazioni, muovendo leggermente la testa su e giù, apparentemente soddisfatto. Va sotto un arco trionfale fatta con un numero incredibile di maschere da clown in carta pesta, qua e là sporche di vernice rossa scurita, con su scritto "Benvenuti in Autunno".
Senza far rumore infila nel terreno umido un cartello:
"cercasi nuove attrazioni, paga ottima, fine di ogni pensiero".
L'uomo nero, si volta di scatto e ti sorride, toccandosi con due dita in segno di saluto la tesa della sua tuba nera.
Autunno è arrivato, buon divertimento.