Mi si nota di più se... O di una settimana senza social
Sono giorni difficili.
Sono giorni dove non so cosa pensare di molte questioni, questioni fondamentali, realmente fondanti la vita di una persona, di me precisamente.
Mio figlio, da quando lo conosco è il mio esempio principale per quanto riguarda la saggezza (periodo attuale di tempesta ormonale a parte ma va bene così), mi ha insegnato tante cose e me ne insegna di continuo.
La saggezza dicevo, la saggezza mi dice che è bene restare in silenzio quando si soffre, ascoltare anche le cose più dure, anche quelle che ci fanno più soffrire.
Riflettere, e poi spengere tutto per un po'.
Inoltre un amico virtuale ieri mattina mi ha scritto che si deve uccidere l'autocommiserazione, e Dio solo sa quanto abbia ragione.
E allora, cosa c'era di meglio che staccare i social, azzittire il piagnisteo interiore che aveva una gran voglia di urlare? Niente.
Il silenzio ha l'oro in bocca.
E poi volete mettere un gran bell'insegnamento: per quanta gente mi possa seguire ed interagire con me su Twitter, Facebook o qualsiasi altro social network, me ne sono andato e non se n'è accorto nessuno.