Click
Non so se è la tolleranza nei confronti del proprio dolore, oppure è l'insieme di cause esterne, però ad un certo punto scatta qualcosa qui dentro, come un click rumoroso che fa male.
È stato vedere morta una persona amatissima, vedere il dolore e lo sfinimento di altre persone che amo tantissimo. Essere lì quando i suoi resti sono stati tumulati, aver sorretto chi soffriva la perdita della propria figlia, della propria compagna, della propria sorella, della propria madre in un colpo solo.
È stata Verdun che mi ha chiesto perché non faccio la pace con la sua mamma e la spiegazione che le ho dato.
È la solitudine che mi porto dentro in ogni momento, anche quando faccio il mio lavoro con altre persone che stimo.
È la consapevolezza che faccio errori di valutazione veramente clamorosi, la stupefazione nel rendermi conto di quanto io sia stato un povero idiota illuso.
Il punto è che io amo essere questo idiota illuso che sono. Amo essere un romantico demente affettuoso, amo donarmi, amo essere amato.
Sono un mondo di cose, alcune dure, altre dolci, spigolose, morbide. Sono un mondo di emozioni forti, non amo le mezze misure. Sono il mio mondo.
Click.